Non hai bisogno di persone che applaudono alla tua identità o alle tue maschere ma di persone che ti fanno tornare a casa; a te stesso.
Una riflessione così vera che merita un suo articolo.
Ogni volta che parlo con le persone, o meglio quando loro parlano con me, molti dei loro problemi si possono riassumere in una sola categoria che io ho chiamato i “non detti”. La cosa che spesso mi trovo sempre a chiedere alle persone è “ma gliel’hai detto?” e spesso la risposta è “no”. Le persone hanno smesso di dirsi le cose per così tanto tempo che adesso quando lo si fa sembra sbagliato o mettiamo in croce quelli pochi che ancora lo fanno. Questo circondarsi di “non detti” ha creato un’abisso di solitudine e di caverne ormai impossibile da uscirci nelle relazione. Per paura di “ferire” o “giudicare” abbiamo sacrificato il confronto con un mostro più deleterio che è l’isolamento. E quello che ancora più grave è che pensiamo che debba essere così. Non vogliamo essere giudicati. Ma allo stesso tempo corriamo a fare una bella figura dal nostro datore di lavoro per essere “giudicati” bene; ma appena torniamo a casa non vogliamo che la persona che abbiamo davanti, e che vuole il nostro bene, lo faccia. È dissonanza cognitiva. Quante volte hai sentito dire “non te l’ho detto perché non sapevo come l’avresti presa, o perché non volevo ferirti”. E su questa fondamenta su cui si basa molte relazioni di oggi. E guarda il risultato. Il giudizio è essenziale in qualsiasi interazione. È alla base di tutte le interazioni. Ma lo abbiamo ammantato con parole dolci e devianti come “io non ti giudico” o “io ti accetto così” quando in realtà ciò che vogliamo dire è che “io ti giudico ma non te lo dico”, “io ti accetto così, finché mi torna comodo”.
Anche il discorso di accettare le persone così come sono è un concetto traviato dai libri religiosi. Ciò che era riferito dall’uomo antico è lo spirito. Noi invece abbiamo preso questo concetto e trasferito all’anima e al corpo. Siccome lo spirito di una persona è puro perché è divino, ciò che cade è l’anima e con se porta il corpo; Eva (anima) e Adamo (corpo). L’anima e il corpo vanno giudicate!; Giudizio di Dio ad Adamo ed Eva. Sopratutto se sono “caduti”. Se vedi il tuo uomo fissato con il porno o ingrassare davanti alla PlayStation dalla mattina alla sera bevendo birre e le patatine non “lo accetti così com’è (anima+corpo) anche se lo ami (spirito)”. Ma gli dici che così non va bene. Che siete in una relazione è che se entrambi non curate la vostra salute la relazione non sarà in salute. Se vedi la tua ragazza fumare come una dannata le chiedi di smettere perché non sta distruggendo solo la sua salute ma la vostra salute di coppia. Quindi nel mentre gli dici questo stai giudicando la sua anima e il suo corpo senza però fare lo stesso per il suo spirito che ancora ami ed è ancora puro. Lui o lei se ne è solo separato, anche per un secondo, e tornando nella retta via, quella stretta e angusta, ci si rimette in contatto. Questo perché ogni volta che l’anima e corpo cadono dovete pregare Dio di avere accanto una persona che vi giudichi perché altrimenti siete senza l’ancora. Questo è uno dei grandi insegnamenti della Bibbia, con Dio nella parte di chi giudica. Ma Dio è in “ognuno di voi” e ci mostra come ci dobbiamo comportare con i nostri simili. Lo spirito di una persona va amata perché puro, divino e incorruttibile; ma la sua anima e il suo corpo vanno giudicate e condannate quando cadono!
Nell’istante in cui sei davanti a qualsiasi persona o contesto, il tuo cervello sta già in automatico elaborando un giudizio di cui parte lo mette in atto istantaneamente (magari attraverso il tuo tono, postura, e linguaggio) e parte magari dopo quando sei sdraiato a casa; sai quando ti vengono quelle illuminazioni su una persona dopo ore o giorni che ci hai parlato. Se non lo facesse, non saresti in grado di giudicare le situazioni e saresti morto da tempo! Il giudizio è insito in noi e pretendere che non ci sia o che non debba esserci è pura illusione. E anche pretendere che debba esserci comunicato solo quando è positivo è ipocrisia! Ciò che fa la differenza è cosa poi ne facciamo con quel giudizio. Infatti il peccato del “non giudicare” sta proprio qui. E chi ha letto davvero la Bibbia sa cosa intendeva “Gesù” e non la versione traviata che il mondo segue. Se io ti giudico, ma decido di non dirtelo, e agisco su quel giudizio, ti sto tradendo (Giuda). Per questo sono proprio le persone che “non ti giudicano” a tradirti. Non è che non ti giudicano, lo fanno e come!, ma non te lo dicono, ma però agiscono su quel giudizio. Lasciandoti poi nel buio ad indovinare cosa possa essere successo. “Non sei tu, sono io”; Codardi!
Quante volte hai pensato una cosa su una persona, magari un collega di lavoro, e non gliel’hai comunicato? E quante volte poi, ad ogni successiva interazione, pensavi e ti comportavi con questa persona in base a quel verdetto “non detto”? Ti sei mai reso conto che l’altra persona, nonostante tu veda chiaramente questo tuo “verdetto” in lui o lei, sembra essere completamente ignaro della cosa? Lo sai perché? Perché nessuno gliel’hai mai detto!! Neanche le persone più vicine a lui o lei e che chiama “amici” o “famiglia”. “Quel vestito non ti sta bene e non ti valorizza”. “Hai spesso l’alito cattivo”. Nessuno con il coraggio di pronunciare ciò che pensa per paura di giudicare ma però il coraggio di agire in surrettizio in base a questo giudizio non manca mai! E magari dietro, ti danno anche un soprannome in base a questo loro giudizio di cui tu non saprai mai niente. Codardi!!
Per non parlare delle persone che interagiscono con voi finché non le dite cose negative o disapprovanti. Per quelle ci vorrebbero un capitolo a parte! Spesso verrete a scoprire che queste persone che “non giudicano” hanno molto da dire sulle altre persone. Tutti a parlare male di tutti, ma nessuno che parla veramente con chi dovrebbe. E che mi dici di quelle che ti dicono “mi puoi dire tutto” e quando le dici tutto la loro reazione è del tipo “Mi hai detto cosa pensi veramente? Come ti permetti? Sei il diavolo! NON SI FA! Arretra da me e fatti i kazzi tuoi! Voglio solo persone che mi dicono ciò che voglio sentirmi dire!”
Vedo queste scene verificarsi continuamente e mi fa schifo. E siccome nessuno ha il coraggio di pronunciare i suoi giudizi, la soluzione migliore è conformare tutti a questo idealismo malato. “Se tutti giudicano e nessuno dice allora lo posso fare anche io e dormire bene la notte!” E così quei pochi rimasti di noi con un minimo di autenticità vengono messi in croce perché “giudichiamo”. Come se fosse un potere riservato solo a noi! L’ipocrisia della gente nel dirti che giudichi come se non lo facessero anche loro! NO!, noi giudichiamo come tutti, con l’unica differenza; lo facciamo con l’autenticità e franchezza!
Chi non ha mai peccato “lanci la prima pietra”. E chi non giudica è pregato di fare lo stesso!
Dio nella Bibbia ha sempre annunciato i suoi giudizi senza paura di “ferire” o “della reazione”. Non ha chiuso fuori dall’Eden Adamo ed Eva senza un giudizio e una spiegazione. Eppure sono tutti così impegnati ad urlare “NON MI GIUDICARE” per poi ritrovarsi chiusi fuori dal paradiso senza sapere per quale motivo si sentono soli e circondati da niente.
Se è una vita sterile di mozione circondata dai “non detti” che cerchi allora circondati di persone che non ti giudicano. Altrimenti se vuoi una vita che ti smuove e ti e-moziona (da mozione=movimento) circondati di chi ti giudica. Questo non significa lasciare che chiunque entri nella tua vita di “giudicarti”, ma significa che quando in un giudizio riconosci la verità, e quando vedi che la persona che lo ha detto è consapevole delle sue parole e non parla a vanvera, piuttosto che respingere quella persona perché il giudizio ti “tocca”, dovresti accoglierla. Le persone spesso rimangono scioccate quando mi inquisiscono nello scoprire che ci ho riflettuto su una cosa che ho detto, e che c’è un senso perché l’ho detta, e che non è una cosa detta a caso. La vedono quasi come un eccezione quando dovrebbe essere la regola.
“Se mi giudichi è perché non mi hai capito”
“Va bene. Comunque sei bellissima!”
“Oh, grazie!”
“Ma hai un carattere di merda!”
“Oh ma come ti permetti? Neanche mi conosci! Ma pensa per te.”
O TUTTO O NIENTE!
Quando tieni il brutto dentro e pronunci solo il bello cosa pensi succeda al brutto? Il mondo è pieno di negatività perché le persone sono piene di negatività. Quella negatività che tengono dentro perché aprono la bocca solo quando c’è da elogiare. Il resto lo tengono dentro a covare. A marcire. E marciscono pure loro. E magari rilasciano questo marcio verso chi no dovrebbero. Magari verso chi non fa come loro e comunica autenticamente. O verso chi per la prima volta nella loro vita è stato autentico con loro. Bambini sempre più stupidi, incapaci e che si sentono intitolati perché il genitore piuttosto che giudicarli autenticamente gli hanno fatto credere che tutti i disegni meritano di finire nel frigo. Non a caso ora tutti credono di essere “artisti”. Relazioni morti perché ci si è smesso di “dirsi” da secoli, e le cose escono fuori solo durante i litigi dove non potranno mai essere costruttivi ma, anzi, vengono usate come armi invece che come strumenti di costruzioni. Questi giudizi “non detti” consumano così tanto le relazioni e le persone che si arriva ad un punto dove anche quando viene detta una cosa autentica, “sei bellissima sta sera” viene soffocato da quell’abisso che ormai inghiottisce ogni cosa della relazione. Poi magari ci sediamo dallo psicologo e gli si racconta tutto e ci si dice tutto pensando che così il problema è risolto. “Mi sento più leggero amore adesso che ti ho detto queste cose” Ma vah! 100 euro “sprecati” dallo psicologo per una cosa che si poteva fare in qualsiasi momento, magari in un contesto più sano e naturale, invece che davanti ad uno sconosciuto che vuole essere pagato per sentirti parlare. Ma non hai risolto niente neanche così! No!, hai solo svuotato un vaso pieno, ma se non hai capito qual’è il problema di fondo, appena metti il piede fuori dall’ufficio dello psicologo inizi subito a riempirlo. E il problema di fondo è vivere nel mondo illusorio di “Non giudico” e dei “Non detti”. O ancora peggio, credere che esso porti a qualcosa di buono!
Tieniti stretta le persone che ti dicono quando hai lo spinacio in mezza ai denti. Quelle che ti dicono di smettere di fumare perché sei uno scemo a farlo. Sopratutto nel mondo di oggi. Con l’avvento dei social, di piattaforme Netflix ecc. le persone hanno perso lo specchio della loro umanità. E adesso quando se lo trovano davanti girano dall’altra parte. Non vogliono essere giudicate ma vogliono essere guardate. Come se fosse possibile l’uno senza l’altro. Guarda Instagram; ragazzine mezze nude ovunque che però non vogliono che i predatori gli versino addosso complimenti sessuali o che chi ha buon senso le dica di vestirsi perché è “giudicare”! Molti che pensano di essere maschi e si identificano come tale quando sono donne o viceversa o addirittura chi si identifica come “gatto”. E guai a te se “giudichi”! Tutto questo perché abbiamo smesso di “giudicarci” e siamo passati ai “non detti”. E da questo abisso dei “non detti” è emerso un mostro quasi impossibile da domare chiamato “non mi giudicare”. E questo mostro ha rigurgitato la connivenza verso la perversione della realtà che vediamo oggi. Ha portato nel mondo la licenza di fare ed essere quello che vuoi, anche se va contro la natura, perché tanto nessuno ti deve giudicare. Abbiamo perso i nostri specchi. Abbiamo trasferito l’amore incondizionato per lo spirito, che se lo merita perché divino, all’amore incondizionato per il corpo e l’anima, che sono i protagonisti della caduta dell’uomo. Amare una persona così com’è e riferito al suo spirito perché è di natura divina. Perché è Dio. L’anima e corpo, sebbene provengono anche esse dal divino, hanno una natura corruttibile e su di essi il giudizio cade su di noi! Spetta a noi!
E per finire, ci sono quelle persone che non vogliono essere giudicate ma vogliono essere amate. Come se fosse possibile amare senza giudicare. L’amore è un giudizio! Altrimenti ameresti tutto indistintamente.
Abbiamo perso i nostri specchi, e preteso che non ci venissero più mostrati.
Tieniti stretto gli specchi, e tieni lontano gli spettri.
Aspetta; posso fare di meglio!:
Quando un lapidario taglia una pietra preziosa, applica un pezzo dopo l'altro della gemma grezza alla mola (al giudizio) e a ogni applicazione possiamo udire il forte stridio, come di dolore (non mi giudicare!), della pietra. La natura (spirito) della pietra preziosa non cambia ma gradualmente, però, come conseguenza del duro processo di molatura (di giudizio quindi), acquisirà (la sua anima e il suo corpo) una superficie splendidamente lucidata con numerose sfaccettature in grado di ricevere, riflettere e rifrangere la brillante luce del sole.
Diffida dei ciarlatani {Io non giudico!} e circondati di Lapidari {amo il tuo spirito prezioso e perfetto ma molo il tuo corpo e la tua anima grezza per portarli o riportarli alla stessa perfezione}. Quest’ultimo vi trasformerà sempre in una gemma!
Namaste.